venerdì 30 novembre 2018

Cosa chiederei a Morla?

Quando Hende ha descritto le paludi della tristezza è stato un genio assoluto. Sì, è vero che non avrei mai voluto vedere Artax morire ma in quanto cavallo era vittima dell'istinto mentre Atreiu si fa forza e continua a camminare. Piccolo combattente, quante cose mi hai insegnato in quelle paludi che ho percorso con te lettera dopo lettera! A volte vorrei essere così forte, o avere tanta fortuna da poter contare su un Fortunadrago ma non sempre è possibile.
L'unica cosa che è davvero facile è affondare. Mi chiedo come sia possibile arrendersi tanto facilmente. E' vero che le paludi sono insidiose ma bisogna essere allenati.


Me  lo chiedo spesso ultimamente, quanto è faticoso lottare contro tutte quelle alghe che ti avviluppano i piedi, il fango, le pietre e le radici che ti fanno inciampare  e poi ancora il freddo e l'umidità? Finisce il dolore?
Da quando sono morti i miei me lo sono chiesto tante volte. La verità è che il dolore non passa. Potrei mai dimenticare mamma e papà? Sarebbe possibile per qualcuno? Sarebbe, in fondo, anche offensivo pensarlo, sminuirebbe quello che loro hanno significato per me, ma attraversare quelle paludi è necessario non per dimenticare ma per non rimanere come Morla. Oggi finalmente ho capito che Morla vive nelle paludi della tristezza perché lei vuole viverci, e tra l'altro a furia di volerci rimanere si è messa anche a parlare da sola! Della serie: Ok Morla, ti è successa una cosa terribile, attraversa la palude e vai avanti!
Eccola lì, invece, tutta chiusa nella sua casetta, nel suo dolore, a contemplare la sua tristezza. Mica è una colpa, voglio dire, rischiavano anche personaggi ben più famosi di Morla:


Eppure chi decide di andare avanti ha qualcosa che lo spinge e capisce… prima di tutto che nel dolore è custodita l'eco lontano della gioia passata e futura (insomma, poi è quella la speranza, no?) e poi che ogni persona deve seguire la sua strada libero di fronte alle situazioni. Liberi da, liberi per e liberi di fronte a. 
Quindi, Morla, mi dispiace che tu sia triste ma forse è il caso di farti una chiacchierata con Atreiu, camminare un po' e andare avanti. "Ama e fa quel che vuoi" Era scritto dietro l'Aurin di Bastian, ma funzionava solo se ti servivi del tuo passato come trampolino di lancio, non se lo cancellavi.


giovedì 27 settembre 2018

I Miserabili, spettacolo teatrale

Questo spettacolo era bellissimo, da tutti i punti di vista. Viene rispettato il romanzo, il tributo all'autore, la drammaticità dei personaggi. MAGNIFICO.

martedì 21 agosto 2018

L'arte di non buttare

Il problema del riciclo è che per poter riciclare devi avere sempre un botto di altre cose oltre a quella che vuoi riciclare. 
Non vuoi buttare i tappi per farci una tendina da mettere alla porta? Devi avere lo spazio, devi avere i chiodi, devi avere il filo, devi avere l'assicella di legno, i ganci, la colla… 
Mia figlia ama pasticciare, "fare i lavoretti", dice, e va anche bene insomma anche se casa diventa un casino. 
Per le bottiglie di vetro, quelle si usano, non è un problema, anche i barattoli sono comodi per congelare e conservare. 
I vestiti passano da noi alla polvere o a vestiti per le bambole con grande naturalezza, di solito se sono arrabbiata perché Francesco non ha messo in ordine si sente lo strappo di qualche vecchia canottiera, quando ho pulito casa mi è passata pure l'incavolatura. Ora il latte… il latte che scade oggi e non si usa? Non ne potevo più di purè (che poi d'estate muori) di dolci imposti e così ho usato un vecchio metodo del mio papà: il budino.
Mia madre in cucina sapeva fare solo alcune cose (di cui non ho fatto in tempo a chiedere/scrivere le ricette) ma non era propriamente un asso, papà si ingegnava molto di più, a lui devo tutto il mio sovrappeso da bambina. Comunque, anche il budino mi sembrava una scelta così così, perché non puoi mica presentare il budino per dolce ogni settimana… e poi Benedetta lo vuole per merenda e poi non al latte, e il latte… vabbè alla fine ho inventato il budino al Nesquik (500 ml di latte, tre cucchiai di Nesquik e colla di pesce) e finalmente non si butta più il latte. Non si butta soprattutto perché abbiamo scoperto che il budino si congela e rimane perfetto. Devo provare a farlo col latte scremato e la vaniglia. 

sabato 18 agosto 2018

Pensieri di corsa.

Stamattina, come ultimamente faccio spesso, facevo finta di correre. Mentre fingevo, immersa nella musica perché ho perso il canale radio delle lodi mattutine, mi è venuta in mente lei e non se ne è più andata. La vecchina, seppure ancora giovane, si è insinuata nei miei pensieri e la devo buttare sulla pagina, tipo… per forza.
La nonnina all'inferno. Non ricordo se era ne "I Demoni" o ne  "I fratelli Karamazov", mi pare nei secondi. Sì, Eccola:

"C'era una volta una donna cattiva cattiva che morì, senza lasciarsi dietro nemmeno un'azione virtuosa. I diavoli l'afferrarono e la gettarono in un lago di fuoco. Ma il suo angelo custode era là e pensava: di quale suo azione virtuosa mi posso ricordare per dirla a Dio? Se ne ricordò una e disse a Dio: - Ha sradicato una cipolla nell'orto e l'ha data a una mendicante. E Dio gli rispose: - Prendi dunque quella stessa cipolla, tendila a lei nel lago, che vi si aggrappi e la tenga stretta, e se tu la tirerai fuori del lago, vada in paradiso; se invece la cipolla si strapperà, la donna rimanga dov'è ora. L'angelo corse della donna, le tese la cipolla: - Su, donna, le disse, attaccati e tieni. E si mise a tirarla cautamente, e l'aveva già quasi tirata fuori, ma gli altri peccatori che erano nel lago, quando videro che la traevano fuori, cominciarono ad aggrapparsi tutti a lei, per essere anch'essi tirati fuori. Ma la donna era cattiva cattiva e si mise a sparar calci contro di loro, dicendo: "E' me che si tira e non voi, la cipolla è mia e non vostra. Appena ebbe detto questo, la cipolla si strappò. E la donna cadde nel lago e brucia ancora. E l'angelo si mise a piangere e si allontanò".

E basta… Voglio dire, non è che a quello che ha scritto Dostoevskij io sia degna di commentare. Però pensare e ricordare sì. Grazie mille Fedor, senza la tua buona volontà queste perle non le avremmo avute.

venerdì 17 agosto 2018

Essere totalmente amati

Cosa ci spinge ad agire? Perché vogliamo di più quando siamo ottusi, essere di più quando ci siamo un po' più col cervello? Sembra una sete insolvibile. 
Essere belli, essere fichi, essere popolari, essere invidiati, essere irraggiungibili… tutto corrisponde a un vuoto che abbiamo nel cuore. 
Un vuoto infinito, incolmabile, che può diventare distruttivo nella sua avidità. 
Mi piace pensare che questo misterium tremendum che regola la vita dell'uomo è l'amore. 
La sete di cos'altro potrebbe averci spinto così lontano da quelle piccole grotte dove si disegnavano scene di caccia? Cos'altro avrebbe potuto spingere l'uomo a quel disequilibrio devastante che lo ha spinto così lontano?
Credo che il desiderio di essere amati dagli altri possa distruggere noi e tutto ciò che abbiamo intorno. 
Nella mia piccola esperienza ho visto persone che si rifiutavano di nutrirsi, sperando di ricevere amore, come se offrissero la loro fame in sacrificio; ho visto l'invidia: non semplicemente voglio essere te, voglio avere l'amore che hai intorno; ho visto l'odio: preferisco che tu muoia se non mi ami (che poi l'amore può essere: devi darmi qualcosa, devi fare qualcosa); siamo ossessionati dalle dimostrazioni d'amore, dalle scritte sui muri, dai lucchetti ai cancelli, dai poemi e dalle tragedie. 
Tutti devono sapere che qualcuno ti ama, tutti devono sapere che hai un figlio, che non ce l'hai, se ti manca qualcosa. L'odio tra fratelli è amore incompreso (perché la mamma ha guardato te e non me?). 
Ma quel vuoto insondabile non trova pace perché è a forma di croce e solo un amore di quel genere può riempirlo. Quest'amore folle, spropositato, fino alla morte, spinge l'uomo, non a voler apparire al meglio, ma ad esserlo. Essere degni d'amore è ciò per cui tutta la vita lottiamo ma quell'amore è così grande, totale, assoluto, che può essere solamente per - dono.

venerdì 10 agosto 2018

Ho 36 anni e stavo su Facebook

Mi ero iscritta su Faccia-libro 10, 12 anni fa… mi sembrava una cosa assolutamente fantastica: potevo rimanere in contatto con gli amici, scambiare qualche battuta, rivedere le vite di chi ho lasciato al paesello come quando nonna mi diceva "Sai che ha fatto il figlio di Rosetta? La quinta cugina di zia Teresa con cui pure tuo padre era cugino di nono grado?" 
Avevo avuto qualche sentore della sua non bontà: del tipo una ex coinquilina che ti commenta al vetriolo qualcosa, una persona che avevi frequentato novanta anni prima e  anche un po' matta che ti scrive che dovevi farle l'annuncio in carta bollata se ti sposavi, qualche ex padrona di casa che hai denunciato che ti chiede l'amicizia (ma sei cretina?), quella che spende cinquemila euro per la festa di sua figlia, posta un milione di foto senza neanche chiedere il permesso agli altri genitori e poi la becchi a fare la spesa al Todis, l'ex amico con cui mai ti sei sognata di stare insieme che scopri che ti chiede l'amicizia con l'account della fidanzata che ha fatto la stessa università di tuo marito (Sì, Giovanni, me ne sono accorta all'epoca, poi dopo un po' di mesi qualcuno mi ha fatto notare che forse ti piacevo. Tanti auguri alla fidanzata di uno senza palle), quell'altro maniaco di foto che ha quattro profili falsi e si mette mi piace da solo (e sì, questo era inquietante), i neo-grillini, quelli col fuoco sacro, che ricorrono a insulti appena fai un minimo di critica alla sindaca, quelle ragazze che credevi intelligenti e appena hanno la taglia desiderata inondano di foto il loro profilo e  chiedono "Ma stavo bene con questa maglietta? "... insomma, un proliferare di umanità che poco ci fa sperare. E poi arriva il temibile, il cattolico deluso che viveva in parrocchia solo ed esclusivamente perché lì c'erano gli amici (che magari si frequentano perché si ha un obbiettivo in comune, se tu non ce li hai più, ciccio, non è che devono stare con te per forza), classico Stalker… "No, perché gli amici non li sento più, mi hanno abbandonato, mi hanno lasciato solo"... Chissà perché… insomma tu gli dici che appena hai un minuto e torni dalle vacanze magari vi sentirete per un gelato, niente di vincolante o firmato col sangue insomma. Torni a Roma da casetta in montagna per partire per le vacanze vere e trovi Roma calda e sporca. Passi per una via solitamente accettabile, posti una foto e dopo una manciata di ore ti arriva il messaggio "Ho visto che sei a Roma, quando andiamo a prenderci un gelato?" Inquietantissimo. 
Il fatto è che frequentando la gente di persona non ti rendi conto di quante ossessioni ci siano in giro.
Ci ho pensato un po' e poi… Ho clikkato e mi sono cancellata. 
Motivi: Non m''importa molto di quello che fanno le altre persone, cioè, nel caso alzo il telefono e chiedo; il fatto di avere troppi contatti ti impone anche di pensare in termini di amici, non sono amici, sono appunto contatti, se ti vuole fare vedere sul serio come era bello il mare in quell'isola meravigliosa dove ha passato due giorni a fare foto ti invita e te le fa vedere a casa, non le posta come a dire "Poveri imbecilli, io sì che ho fatto la vacanza di lusso". 
Farsi vedere che si fa una vita piena e affascinate, che si ha un bel corpo, che tutto…. significa che non hai una bella vita, anzi la detesti così tanto che hai bisogno che almeno gli altri ti invidino. Un'emorragia di vanità. 

mercoledì 31 gennaio 2018

Fenomenale... un anno intero senza un post

La migliore notizia del web: ho tenuto la bocca chiusa per più di un anno!!! Ma a volte ritornano, e io, modestamente, ritorno.

Ciò che hai ti possiede

Pensiamo sempre di essere protagonisti della nostra vita. Come April e Frank di Revolutionari Road. Crediamo ma non sempre è così. Avere que...